Uno dei sogni più belli che mi sia mai capitato
di fare è stato all’incirca una quindicina di anni fa: mi trovavo in una città
dal clima un po’ grigio, cupo, e, in una stradina stretta mi veniva incontro un
uomo magro, che indossava un cappottino grigio e un cappello a tesa larga calato
in testa di traverso. All’inizio non lo riconoscevo, ma, nel momento in cui mi
affiancava, si fermava e intonava nel mio orecchio “this is not America”, anche nel sogno mi sentivo mancare!
Potete immaginare che shock il risveglio.
Così vestiva nel sogno... |
A parte questo incontro ravvicinato del terzo
tipo (facciamo anche del quarto, visto che era purtroppo solo onirico), la mia
storia con David è costellata di incontri mancati: negli anni ’90, in qualunque
città io mi trovassi in tutt’Italia, lui veniva a fare un concerto e, sempre
per qualche motivo di forza maggiore, non riuscivo ad andarci, io, assidua
frequentatrice di live da sempre…
Il Duca Bianco nel 1972 |
Poi ad un certo punto è successo che, per motivi
di salute, il Duca Bianco abbia smesso di apparire in pubblico e di cantare: la
mia disperazione era tale che ero arrivata perfino ad ipotecare un milione di
euro della mia ancor più ipotetica futura vincita al superenalotto per poterlo
avere in casa mia a cantare solo per me!
Bowie e il suo alter-ego Ziggy Stardust. |
Lui, l'uomo dagli occhi di due colori diversi, l’uomo dai mille trasformismi, l’artista
poliedrico per eccellenza, colui che inventò il personaggio glam di Ziggy “Polveredistelle”,
che transitò nella Factory di Warhol per arrivare addirittura ad impersonare lo
stesso Warhol nella finzione cinematografica, Jareth il re dei Goblin in Labirinth e perfino Nikola Tesla, nel
meraviglioso cameo in The Prestige.
In Labirinth. |
Lui che l’altro ieri sbandierava ai quattro venti
la sua presunta omosessualità, poi si fidanzava con un’altra “icona” pop, Amanda Lear (e la cosa sicuramente non poté che alimentare la confusione di
ruoli, visto che, come la Lear ricorda, lui si truccava più di lei!), quindi si
sposava con Angela detta Angie e intanto Mick Jagger le dedicava una straziante
canzone d’amore (a riprova che le sostanze assunte all’epoca dovevano essere davvero
potenti, in quanto la suddetta signora tutto era tranne che un gran pezzo di
gnocca) e infine raggiungeva la pace dei sensi portando all’altare l’ex top model Iman, diventando un tranquillo padre di famiglia.
Pfiuuuuuuuuuuu!
Bowie, Iman e Alexandra. |
E fortunatamente, in tutta questa gran cagnara,
riusciva comunque a partorire le più belle canzoni che il rock, glam e non,
inglese, possa aver mai prodotto: Space
Oddity, Changes, Life on Mars, Starman, Fame, Ashes to ashes, Heroes, Rebel rebel, Ziggy Stardust,
Modern Love, China Girl, Let's Dance, This Is Not America, Absolute Beginners,
Thursday's Child, per dirne solo alcune.
E poi ieri, quando, ormai rassegnata a
vederlo solo in foto, stavo già organizzando il viaggetto a Londra per vedere
la mostra a lui dedicata dal Victoria&Albert Museum,
quasi a venerarne le reliquie (sempre per la serie “chi si accontenta gode”) che succede?
Succede che, per il suo 66° compleanno, la
divinità ci fa un regalo fantastico, una ballata un po’ triste, dal titolo
“Where are we now?” e ci dice che a marzo uscirà un nuovo album “The next day”:
il che mi dice che da qualche parte dovrà pure andare a promuoverlo, no? Resta
solo da capire dove e prenotare un biglietto aereo!
London, I’m coming!