domenica 3 febbraio 2013

Una, nessuna e centomila: le donne viste da Uccio.



Da ieri sera Garage 21, lo spazio dedicato all’arte contemporanea di Uccio Biondi, a Ceglie Messapica, è invaso da volti di donne: sono le cento Monne Terranee, risultato di una ricerca artistica dedicata all'universo femminile iniziata nel 2005 e portata avanti fino alla primavera del 2012.  
Amiche, colleghe, donne “comuni”, che simboleggiano le tante s-facce-ttature della femminilità mediterranea. 

Un lavoro che, in un momento storico così tristemente segnato da quell’orribile fenomeno chiamato “femminicidio”, non può non assumere anche una valenza di affermazione dell’individualità femminile in quanto tale.
 
Con le modalità tecniche usuali del lavoro di Biondi (che ho scoperto tanti anni fa ma che ho potuto approfondire quando casualmente mi sono trovata a lavorare proprio per la galleria fiorentina che lo rappresenta) ogni soggetto viene raffigurato e moltiplicato all’interno della tavola, all’interno di un tracciato fisso che è quello della dimensione della base e delle maglie modulari in cui essa viene campita. In questo modo ogni ritratto risulta differente in toto dall’altro, pur mantenendo una matrice comune. Anche questa una metafora della natura femminile.

I ritratti sono raccolti in un libro che porta lo stesso titolo della mostra, edito da Schena, con testi di Lucio Galante e Lorenzo Madaro, che ha curato anche l’allestimento dell’installazione pittorica che coinvolge tutte le pareti del Garage 21.
A questo punto ri-lancio il mio appello: Uccio, voglio anch’io un ritratto!!! 

Il Maestro Uccio Biondi firma il suo libro.

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